giovedì 24 gennaio 2008

Dai. Eddai, eddai quando le facciamo ste foto?

Ecco è cominciata così. Una tiritera che andava avanti da... diciamo pure 8 mesi.

Due amici fotografi che vogliono fare una mostra su donne e danza.

O almeno mi ricordo così, ormai è passato troppo tempo...

E comunque abbiamo rimandato per otto mesi questo appuntamento tra note, ombre, movimenti, luci e... flash.

Già. Prima perché mancava a tutti e tre il tempo per andare in un posto affascinante all'aperto che avevano individuato loro... poi perché il tempo era diventato troppo freddo per l'aperto (brrrr) e allora occorreva la location al chiuso e poi c'è pure che nell'ultimo anno sto partendo un paio di giorni a settimana (... ed ho scoperto che è un pò difficile programmare incastrando i miei impegni con quelli degli altri) e poi finalmente ok.
Il posto c'è, un mio ed un loro pomeriggio libero pure e così si va.

Dopo il lavoro scappo a casa, ho 10 minuti prima che mi vengano a prendere. Mi ritrucco che dalle 7 e mezza della mattina sono ormai sfatta... già e cosa mi metto? e cosa porto? ok, afferro e butto in un sacchetto abiti che avevo usato in un paio di spettacoli, le scarpe più belle con il tacco più alto, le calze a rete (ok, tutti stereotipi... ma occorre dare l'idea del Tango, no?) e driiiiiiin cellulare.

"Sono giù, pronta?"

Avrei voluto dire no. Che ancora stavo pensando al lavoro chiuso in ufficio e che insomma a concentrazione ero un pò così, presa pure dalla corsa per prepararmi.. ma se non si fa ora non si fa più e quindi:

"Si, scendo"

Andiamo in un antico palazzo che si affaccia sul mare (Corte Sammuzzo) che già a vederlo da fuori mi sembra denso di storie.
"Fate come se foste a casa vostra".
Così ci accolgono all'ingresso.

Dopo il portone e l'atrio entriamo in uno spazio immenso.

Il posto è incantevole anche se il pavimento un pò accidentato per camminare e fare pivot restando bene in equilibrio.
Il posto è anche enorme ed ovviamente freddo tanto che le prime foto le facciamo col maglione.

E poi metto su un pezzo che mi scalda l'anima e...


Come sempre mi riguardo e quasi non credo che quella sia io.


Queste foto sono di Salvo Valenti.

Che ringrazio.

E' stata una bella esperienza. Eddai eddai, quand'è che la ripetiamo?
^_^

lunedì 7 gennaio 2008

Un Natale con un pò di tradizione e un pò no!

ahhhhh lo so che l'epifania tutte le feste porta via. Ma ho tempi biblici per il blog e quindi... il post ci sta.

Ho passato un Natale che è stato un capolavoro. Ecco alcuni degli ingredienti della 72 ore a Verona:


  • il biglietto di auguri disegnato in aereo e lo steward che passava a sbirciare cosa facessi


  • la tipa incontrata sul volo di andata che era tutta un "signorina, non è che ha una rivista?", "signorina hostess, dove siamo adesso?", "signor steward e adesso? dove siamo?" "signorina, ma lei è sposata?"...

  • i sorrisi della mia famiglia che mi è venuta a prendere all'aeroporto

  • affetto affetto affetto ... :)

  • cena Tai per la vigilia di Natale (maiale in agrodolce fatto dalle manine sante di quella favolosa di mia sorella), bacchette comprese.


  • shopping forsennato. E peccato (... o meglio: meno male) che ci siamo limitate a poche ore il 24 ed il 27 mattina. Breve ma intenso.

  • l'amarone a tavola a natale


  • la partitona a biliardino il 25 (e la mia fortuna da principiante)


  • l'incontro con Lulita e la sua famiglia. Bimbo strepitoso compreso.


  • l'atmosfera e l'odore delle strade di verona di sera, con il freddo pungente


  • il mercatino di natale che abbiamo trovato chiuso, ma che era bello lo stesso


  • gli stivali uguali a quelli di Vivi

E di più. insomma, tutto veramente ... super!
Riprenoterei oggi stesso.

A proposito di biliardino. Mi sono chiesta quale fosse il punto di vista di una pallina... bè, pressappoco questo qua... :



ah, e questo è il biglietto di auguri:



... che presto diventerà un quadro. Nella mia casetta ci starebbe un incanto...

:)